Borse finanziarie, quali sono le prospettive per il 2024 dopo un 2023 sfavillante

Borse finanziarie, quali sono le prospettive per il 2024 dopo un 2023 sfavillante

Il tema dell’allocazione finanziaria suscita, da sempre, grande interesse nella maggior parte dei cittadini italiani, storicamente volti a fare della “cultura del risparmio” un mantra imprescindibile della loro filosofia di vita. Diversificare, ormai, è  un verbo entrato a far parte del gergo comune quando si parla di finanza. E gli italiani, scottati nel passato dall’eccessiva concentrazione in un unico strumento finanziario o unico emittente, sono sempre più propensi a investire in un numero plurimo di titoli ed emittenti.

Nell’asset allocation di ogni singolo investitore è opportuno destinare una parte (in base alla propria propensione al rischio) verso i mercati azionari, storicamente capaci di generare rendimenti superiori nel medio-lungo periodo. Certo, essi implicano l’accettazione di un rischio superiore rispetto ad altri asset come le obbligazioni. Ma ciascuno di noi, ribadiamo in base alla propria propensione al rischio, dovrebbe allocare una parte – seppur piccola – a essi.

Poderoso rally dei mercati azionari nel secondo semestre del 2023

Volgendo lo sguardo al 2023, non si può far altro che notare come i mercati finanziari, in particolar modo quelli dei paesi sviluppati, hanno vissuto un secondo semestre particolarmente sfavillante. Una volta andato in archivio il timore di un possibile contagio al sistema bancario dovuto al fallimento di alcune banche di medie dimensioni negli USA, grazie anche al pronto intervento della Federal Reserve, i mercati hanno sfornato delle performance particolarmente positive. Secondo alcuni esperti anche “eccessive”.

Certo, i dati sul mercato del lavoro sono buoni soprattutto al di là dell’Atlantico e l’economia, nonostante un’inflazione mai così galoppante come negli ultimi 24 mesi, è rimasta resiliente. I consumi sono restati stabili. I bilanci della maggior parte delle aziende sono rimasti solidi e hanno beneficiato di un’inaspettata e intaccata capacità di spesa dei risparmiatori, grazie ai risparmi accumulati nel corso della pandemia e, in alcuni casi, alla concessione di prestiti da parte degli istituti di credito.

I mercati azionari sembrano aver assorbito lo shock dell’aumento dei tassi: ma sarà così anche nel medio periodo?

Quale sarà l’andamento dei mercati finanziari nei paesi sviluppati nel corso dei prossimi mesi, tuttavia, resta ancora incerto, anche se i probabili tagli ai tassi d’interesse delle banche centrali e la resilienza economica che dovrebbe perdurare in un 2024 che sarà segnato, inevitabilmente, dalle Presidenziali negli USA, potrebbero favorire un rally – seppur in tono minore rispetto al 2023 – dei mercati azionari.

Tutto, per quanto ovvio, dipenderà dall’andamento dell’economia dei paesi sviluppati, che – al momento – non ha ancora risentito in maniera importante dei vigorosi aumenti dei tassi d’interesse avvenuti tra il 2022 e 2023, ma il cui impatto, nel medio-lungo periodo, resta decisamente incerto e imprevedibile. Tornando al concetto poc’anzi citato di diversificazione, potrebbe risultare interessante incrementare la propria esposizione azionaria verso alcuni mercati emergenti, avendo cura di scegliere quelli che mostrano il potenziale più interessante in un’ottica di medio periodo.

Outlook mercati emergenti: dove sono le potenziali maggiori opportunità?

In tal senso, un mercato  in forte espansione, che continua a beneficiare di significative migliorie infrastrutturali e tecnologiche grazie anche agli investimenti statali, è quello degli Emirati Arabi, con Dubai assoluta protagonista. Investire a Dubai nel mercato azionario o in quello immobiliare, ad esempio, potrebbe essere potenzialmente attraente per molti investitori italiani che sono alla ricerca di profitti stabili nel medio-lungo periodo.

Lo scorso anno, la Borsa di Dubai ha fatto registrare un incremento di quasi il 20%, inferiore, ad esempio, da quello incamerato da Milano (+28%). La crescita della Borsa di Milano, definita non a torto “banco-centrica”, è dovuta in primis agli straordinari utili fatti registrare dagli istituti di credito, che hanno beneficiato del vigoroso aumento dei tassi delle banche centrali. Ma il taglio degli stessi, che sembra ormai all’orizzonte, potrebbe penalizzare il listino milanese, destinato a crescere in misura inferiore rispetto ad altri listini maggiormente diversificati.

Cercare “valore aggiunto” nei paesi emergenti, specie se attualmente non v’è alcuna esposizione, potrebbe rivelarsi potenzialmente foriera di maggiori guadagni, privilegiando, oltre alla citata Dubai, altri mercati che stanno fornendo segnali incoraggianti dal punto di vista della crescita economica, come, ad esempio, l’India.

prestito

Le differenze tra piccolo prestito e microprestito

È fuor di dubbio come il mondo del credito sia radicalmente cambiato negli ultimi vent’anni. Anche in questo settore, così come in qualunque altro, la tecnologia ha contribuito in modo decisivo allo sviluppo del mondo dei prestiti. Grazie ad internet, infatti, è possibile entrare nel mondo del credito in modo rapido, semplice e sicuro. Tutti i maggiori player del settore, infatti, danno modo agli utenti di poter accedere ai loro finanziamenti direttamente dal proprio sito.

Non fanno difetto, in tal senso, neppure i microprestiti, una particolare tipologia di finanziamento che, nel corso degli anni, sta riscuotendo un crescente interesse da parte del pubblico dei piccoli consumatori. Molte persone li confondono con la categoria dei piccoli prestiti, ma esistono delle differenze essenziali.

Piccoli prestiti: si possono sottoscrivere anche per importi molto modesti?

I piccoli prestiti sono dei finanziamenti non finalizzati. A differenza di altri prestiti non deve essere indicata la motivazione per la quale viene inoltrata la domanda. Non bisogna presentare, di conseguenza, alcuna pezza giustificativa, come accade, ad esempio, per il finanziamento relativo all’acquisto di un autoveicolo o per le spese odontoiatriche.

I piccoli prestiti, inoltre, hanno delle soglie ben prestabilite: la cifra minima richiesta non può essere inferiore a €.1000,00, mentre quella massima è pari ad €.10000,00, A questo ramo del credito si può accedere solo ed esclusivamente se si percepisce una busta paga, diversamente non è possibile, in alcun modo, farvi ricorso.

La domanda, tuttavia, può essere inoltrata anche da alcuni particolari soggetti che, di norma, trovano grandi difficoltà ad ottenere una risposta positiva. I piccoli prestiti, infatti, si suddividono in diverse categorie, consentendo anche a chi non dispone di un reddito adeguato o è stato segnalato in CRIF (come il caso dei prestiti cambializzati) di poter ottenere la liquidità desiderata.

Il microprestito, invece, consente di ottenere un prestito di poche centinaia di euro senza dover raggiungere la summenzionata soglia dei fatidici €.1000,00: l’importo minimo richiesto, nella maggior parte dei casi, è pari ad €.500,00. La somma massima erogabile, invece, è sempre pari ad €.10000.00, con una eccezione particolare: i microprestiti destinati ad attività aziendali che possono raggiungere la soglia massima di €.25000,00.

Microprestito: anche le imprese possono farvi accesso

Va fatto, quindi, un netto distinguo tra il microprestito finalizzato alle famiglie e quello alle imprese. In quest’ultimo caso, l’accesso è consentito se si risponde ad alcuni requisiti particolari. L’erogazione del prestito non è a fondo perduto, come avviene per altri particolari finanziamenti destinato al mondo delle aziende.

Un altro requisito essenziale riguarda il numero dei dipendenti: se una azienda ne ha a libro paga più di dieci, la richiesta non può essere presentata. Al microprestito aziendale, però, possono accedere anche quelle persone inattive dal punto di vista lavorativo che cullano il desiderio di poter aprire un’attività in proprio. Una tipologia di prestito, quindi, in grado di poter sostenere l’economia in una fase complessa come quella attuale.

La caratteristica principale del microprestito, però, è un’altra: l’urgenza. La richiesta viene fatta quando la necessità di ottenere liquidità è impellente. Il caso delle spese impreviste, in tal senso, è l’esempio più classico. Può essere particolarmente d’aiuto anche per quei soggetti che, complice altre spese “extra”, si trovano in difficoltà nel dover sostenere alcune spese correnti, come quelle relative alle utenze o al pagamento di qualche imposta annuale ricorrente.

Ogni soggetto erogante ha le proprie regole relative a questa tipologia di prestito. E, non di rado, la presenza della busta paga non è obbligatoria. E’ estremamente importante, tuttavia, che ogni singolo richiedente sia conscio dell’impegno che sta per sostenere e sia in grado, mensilmente, di rimborsare regolarmente le rate, onde evitare di subire segnalazioni che possono pregiudicare, in futuro, l’accesso al mondo del credito per categorie di prestiti differenti (ristrutturazione casa, mutui, etc…).

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