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Le differenze tra piccolo prestito e microprestito

È fuor di dubbio come il mondo del credito sia radicalmente cambiato negli ultimi vent’anni. Anche in questo settore, così come in qualunque altro, la tecnologia ha contribuito in modo decisivo allo sviluppo del mondo dei prestiti. Grazie ad internet, infatti, è possibile entrare nel mondo del credito in modo rapido, semplice e sicuro. Tutti i maggiori player del settore, infatti, danno modo agli utenti di poter accedere ai loro finanziamenti direttamente dal proprio sito.

Non fanno difetto, in tal senso, neppure i microprestiti, una particolare tipologia di finanziamento che, nel corso degli anni, sta riscuotendo un crescente interesse da parte del pubblico dei piccoli consumatori. Molte persone li confondono con la categoria dei piccoli prestiti, ma esistono delle differenze essenziali.

Piccoli prestiti: si possono sottoscrivere anche per importi molto modesti?

I piccoli prestiti sono dei finanziamenti non finalizzati. A differenza di altri prestiti non deve essere indicata la motivazione per la quale viene inoltrata la domanda. Non bisogna presentare, di conseguenza, alcuna pezza giustificativa, come accade, ad esempio, per il finanziamento relativo all’acquisto di un autoveicolo o per le spese odontoiatriche.

I piccoli prestiti, inoltre, hanno delle soglie ben prestabilite: la cifra minima richiesta non può essere inferiore a €.1000,00, mentre quella massima è pari ad €.10000,00, A questo ramo del credito si può accedere solo ed esclusivamente se si percepisce una busta paga, diversamente non è possibile, in alcun modo, farvi ricorso.

La domanda, tuttavia, può essere inoltrata anche da alcuni particolari soggetti che, di norma, trovano grandi difficoltà ad ottenere una risposta positiva. I piccoli prestiti, infatti, si suddividono in diverse categorie, consentendo anche a chi non dispone di un reddito adeguato o è stato segnalato in CRIF (come il caso dei prestiti cambializzati) di poter ottenere la liquidità desiderata.

Il microprestito, invece, consente di ottenere un prestito di poche centinaia di euro senza dover raggiungere la summenzionata soglia dei fatidici €.1000,00: l’importo minimo richiesto, nella maggior parte dei casi, è pari ad €.500,00. La somma massima erogabile, invece, è sempre pari ad €.10000.00, con una eccezione particolare: i microprestiti destinati ad attività aziendali che possono raggiungere la soglia massima di €.25000,00.

Microprestito: anche le imprese possono farvi accesso

Va fatto, quindi, un netto distinguo tra il microprestito finalizzato alle famiglie e quello alle imprese. In quest’ultimo caso, l’accesso è consentito se si risponde ad alcuni requisiti particolari. L’erogazione del prestito non è a fondo perduto, come avviene per altri particolari finanziamenti destinato al mondo delle aziende.

Un altro requisito essenziale riguarda il numero dei dipendenti: se una azienda ne ha a libro paga più di dieci, la richiesta non può essere presentata. Al microprestito aziendale, però, possono accedere anche quelle persone inattive dal punto di vista lavorativo che cullano il desiderio di poter aprire un’attività in proprio. Una tipologia di prestito, quindi, in grado di poter sostenere l’economia in una fase complessa come quella attuale.

La caratteristica principale del microprestito, però, è un’altra: l’urgenza. La richiesta viene fatta quando la necessità di ottenere liquidità è impellente. Il caso delle spese impreviste, in tal senso, è l’esempio più classico. Può essere particolarmente d’aiuto anche per quei soggetti che, complice altre spese “extra”, si trovano in difficoltà nel dover sostenere alcune spese correnti, come quelle relative alle utenze o al pagamento di qualche imposta annuale ricorrente.

Ogni soggetto erogante ha le proprie regole relative a questa tipologia di prestito. E, non di rado, la presenza della busta paga non è obbligatoria. E’ estremamente importante, tuttavia, che ogni singolo richiedente sia conscio dell’impegno che sta per sostenere e sia in grado, mensilmente, di rimborsare regolarmente le rate, onde evitare di subire segnalazioni che possono pregiudicare, in futuro, l’accesso al mondo del credito per categorie di prestiti differenti (ristrutturazione casa, mutui, etc…).

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Futuro del Trading online: gli impatti del Coronavirus

Il trading online è stato per molto tempo un mondo riservato ad istituzionali e grandi fondi di investimento. Le cause sono molteplici: in primis la tecnologia, che non era particolarmente favorevole al settore retail ed in secondo luogo un momento storico nel quale chi non era particolarmente inserito, professionalmente parlando, nella sfera finanziaria non aveva grande interesse ad operare sui mercati.

Negli ultimi tempi e soprattutto nell’ultimo anno però questo mondo ha subito profondi cambiamenti ed ha aperto le porte ad un pubblico che prima era prevalentemente concentrato su altri tipi di business. Quali sono quindi i fattori che hanno portato a questo processo di trasformazione?

Come è cambiato il trading online con l’arrivo del Covid

Il Coronavirus ha portato con sé, oltre ad una pandemia globale con numerose conseguenze a livello di salute e difficoltà dei sistemi sanitari, anche un impatto tremendamente negativo sulle condizioni economiche di molti paesi. Alcuni sono stati in grado di reagire meglio di altri alla situazione, ma in generale le conseguenze negative sotto il profilo economico sono evidenti e vengono condivise praticamente a livello globale.

Moltissime aziende, sia multinazionali che piccole realtà attive a livello locale, si sono trovate in seria emergenza e nonostante gli aiuti fiscali dei governi si sono viste costrette a licenziare del personale: moltissime persone si sono quindi trovate senza un lavoro e forzatamente spinte a trovare metodi alternativi di guadagno per aumentare le proprie entrate.

È proprio in questa occasione che il trading online è entrato prepotentemente nel settore retail, grazie anche a numerose innovazioni in campo tecnologico e nuovi broker online che permettono la compravendita di strumenti finanziari a zero commissioni. Ad oggi, esistono infatti molte soluzioni che un tempo semplicemente non erano presenti sul mercato e che hanno agevolato ulteriormente l’operatività da parte di un pubblico di massa.

Quali sono gli scenari futuri

In futuro, sarà quindi probabile una continua affluenza verso il settore del trading online, composta sia da persone comuni, le quali scelgono di abbinare al proprio lavoro principale il trading per massimizzare i profitti, che da nuovi trader professionisti che hanno deciso di fare di questa attività un vero e proprio lavoro a tempo pieno.

A questo punto va però fatta una doverosa precisazione. Il trading online è un mondo affascinante, ma richiede studio e dedizione per essere profittevole nel lungo periodo. Per affrontare un business model come questo non è possibile improvvisarsi o pensare di essere operativi dopo un breve corso o dopo la lettura di qualche libro. Sono necessari pratica ed un continuo studio del mercato, così da poter prevedere in anticipo con una buona valenza statistica il movimento dei prezzi.

A questo scopo ci sono diversi strumenti a disposizione: da una parte l’analisi fondamentale che si basa sullo studio dei bilanci e dei flussi di cassa aziendali, dall’altro l’analisi tecnica, orientata invece più allo studio del prezzo direttamente sul grafico.

In alcuni mercati e per alcuni strumenti l’analisi tecnica è spesso più utile rispetto all’analisi fondamentale e la price action può dare indicazioni operative particolarmente valide: ad esempio, invertire il trend e agire correttamente è possibile con una figura facile da riconoscere nel trading come mette in evidenza tradingveloce.it in una delle tante guide che informano sul trading on line.

In un certo senso, è possibile affermare che il trading online stia vivendo una nuova era, nella quale i protagonisti non sono solo le più istituzioni, ma le persone comuni che hanno trovato nel trading una nuova passione e una nuova modalità per produrre degli utili.

Vantaggi evidenti sono una maggior consapevolezza nella popolazione delle dinamiche economiche che guidano il funzionamento di paesi e mercati, ed un maggior approfondimento di tematiche quali la gestione del patrimonio, fondamentale non solo in ottica di investimento, ma anche nella vita di tutti i giorni.

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